Energia in un mondo affogato.
Nel 2050 il corpo umano e le alghe si rivelano l’ultima risorsa inesplorata e, come campi di energia, definiscono l’unità minima dell’architettura attraverso un nuovo innesto di artificio e natura. L’installazione genera un’interferenza continua tra questi due mondi: quello complesso ed evoluto dell’uomo, quello semplice e primordiale delle alghe. Sole e fotosintesi, cibo e metabolismo incrociano le loro linee delineando nuove frontiere.
Energia in un mondo affogato.
Nel 2050 il corpo umano e le alghe si rivelano l’ultima risorsa inesplorata e, come campi di energia, defi niscono l’unità minima dell’architettura attraverso un nuovo innesto di artificio e natura. L’installazione genera un’interferenza continua tra questi due mondi: quello complesso ed evoluto dell’uomo, quello semplice e primordiale delle alghe. Sole e fotosintesi, cibo e metabolismo incrociano le loro linee delineando nuove frontiere. Otto grandi vetri ospiteranno nel loro spazio interno il ciclo di vita di una colonia di alghe che sarà alimentata e tenuta in vita dai visitatori. Ogni impulso è legato ad un movimento capace di generare energia direttamente dal corpo umano in forme diverse (camminare, sedersi, salire le scale, attraversare una porta). Un computer registrerà gli input misurando la loro energia potenziale e invierà il segnale ai dispenser che alimenteranno il ciclo delle alghe. (CO2, azoto, fosforo, luce) Il pubblico è l’artefice inconsapevole di un esperimento che viene rivelato solo all’interno dell’installazione, dove, come in un laboratorio, avviene la registrazione continua delle variazioni e la raccolta dei dati. Il visitatore, salendo la scala interna all’installazione, si immerge in un mondo di acqua dentro una piccola stanza che evoca insieme il sarcofago e la casa. Attraverso la pelle dei grandi vetri, disegnati dalle trame variabili delle alghe, si osserva il panorama del futuro in sovrimpressione con lo scorrere di immagini che fanno sprofondare lo sguardo nell’immaginario del XX secolo. Le forme viventi, che abiteranno le pareti vetrate delle nostre case, oltre a donarci energia, alimenteranno nuove forme di affezione al mondo.
Nel 2050 un network libero di energia si svilupperà attraverso la moltiplicazione di nodi coincidenti con il corpo umano, come fonte minima di produzione e dispositivo sofisticato di passaggio da un’energia ad un’altra. Ogni individuo ricollocherà il surplus energetico prodotto dal proprio corpo in una rete liquida in cui le alghe, oltre a essere diffusori luminescenti, trasporteranno energia e purificheranno l’aria nutrendosi di anidride carbonica. Fiumi e canali artificiali formeranno nuovi paesaggi innervando i territori di energia open source.