Il libro racconta due storie intrecciate che hanno per protagonisti Robert Adam, due città, Spalato e Londra, e due architetture esemplari, il Palazzo di Diocleziano e l’Adelphi Building.
Adam aveva visitato e rilevato i resti del Palazzo Imperiale nel 1757 e, al suo ritorno in patria, aveva pubblicato, nel 1764, il libro “Ruins of the Palace of the Emperor Diocletian at Spalatro in Dalmatia” con un testo descrittivo accompagnato da 61 tavole di incisioni.
Il libro “Le città di ROBERT ADAM” descrive le scoperte di Adam a Spalato e i modi in cui il progetto dell’Adelphi Building (1768-1772) rielabora le idee apprese nel Palazzo di Diocleziano.
L’edificio era posizionato nel punto in cui il Tamigi si piega a formare una curva e dalle sue terrazze era possibile vedere contemporaneamente St.Paul Cathedral e Westiminster Abbey.
Adam non si preoccupa di imitare nei suoi aspetti formali il Palazzo di Diocleziano piuttosto è interessato a mettere in opera il principio insediativo scoperto a Spalato grazie alla sezione longitudinale che aveva rivelato lo stretto rapporto tra la topografia, l’impianto dell’edificio e il mare.
Il luogo su cui viene costruito l’Adelphi era caratterizzato da un reticolo di strade appoggiate su un piano inclinato che scendeva dallo Strand al fiume.
Adam compie due operazioni fondamentali: da un lato ridisegna l’impianto urbano preesistente conservandolo negli spazi ipogei direttamente collegati al fiume, dall’altro immagina un nuovo suolo urbano con un piano orizzontale che sposta la quota interna dello Strand nelle terrazze urbane sospese sul Tamigi.
Il passaggio rivoluzionario di Adam, come aveva evidenziato Aldo Rossi in “L’Architettura della Città”, è quello di progettare e pensare un edificio che traduce le mappe stratigrafiche in strumenti per immaginare la città moderna. Una volta completata la sua costruzione, l’Adelphi Building avrebbe mostrato un’architettura urbana complessa, in cui permanenze e variazioni si intrecciano in nuove configurazioni proiettate nel futuro.