Il riuso di due ex capannoni artigianali è l’occasione per segnare un contesto urbano anonimo e degradato attraverso il potere e la forza dell’architettura che si serve di materiali grezzi rendendoli fortemente espressivi. Il nuovo corpo, attraverso il suo cromatismo e l’illuminazione, ha assunto così il ruolo di segnale e di simbolo riconoscibile a distanza nell’anonimo paesaggio urbano circostante.
La Fondazione Concetta D’Alessandro è una Onlus che si occupa di assistenza e riabilitazione di persone diversamente abili. Il programma prevedeva il riutilizzo di due ex capannoni artigianali per attività di riabilitazione e formazione.
Al piano terra è stata ricavata una foresteria e al primo piano, sotto la grande copertura a botte, un ampio spazio per attività collettive. Due volumi più bassi ospitano i servizi e formano un vestibolo di ingresso alla sala principale. La realizzazione di questa spazio ha reso necessario l’addizione di un ascensore e una scala. Questo corpo si è trasformato in una nuova grande facciata caratterizzata da una pelle ottenuta attraverso il riciclo di cassette di plastica per la raccolta delle arance.
Questo progetto, da un lato, è l’avanzamento di una ricerca, ormai decennale, sul riutilizzo delle cassette di plastica come materiale da costruzione per l’architettura, dall’altro rappresenta un modo per mettere al centro la forma e l’ornamento dell’architettura come potente strumento di promozione di azioni sociali di grande valore.
Il nuovo corpo ha una struttura in acciaio e un rivestimento realizzato con le cassette di plastica per la raccolta delle arance di due tonalità di verde. Le cassette costituiscono i pixel di una tessitura che presenta una trama disegnata da linee diagonali paralleli di un verde chiaro.